Francesca Confalonieri
STORY
Mi chiamo Francesca, sono nata il giorno degli innamorati nel non troppo lontano 1996. Ho 23 anni e negli ultimi anni la mia vita si è ribaltata, rovesciata, distrutta, incollata ed ora illuminata. Fin da quando ho memoria ho sempre avuto problemi con il mio corpo, che era diventato lo specchio delle mie emozioni. Quando soffrivo mi allargavo, talvolta, invece, diminuivo. Lentamente mi facevo del male. Questo corpo che vedete in foto ne ha passate tante. L’ho riempito allo sfinimento dallo schifo di me; ho cercato di svuotarlo, ho vomitato anche l’anima insieme alla cena della sera prima. L’ho ferito: tante volte mi sono graffiata quelle gambe troppo grosse, quasi come se riuscissi a cancellarle.
È arrivato, poi, quel giorno che ho cercato di cancellare anche me. Ho smesso di mangiare, di nutrirmi, di essere felice, di vivere. Più dimagrivo, più perdevo kg ma anche pezzi di me. Ad ogni pasto saltato perdevo un pezzo di me. Ho allontanato la mia famiglia, ho ferito tante persone, ho abbandonato gli studi, mi sono rinchiusa nella mia malattia. Perché sì, ero malata.
Tanto malata da volermi uccidere, perché bastavano 500 grammi di troppo per farmi venire voglia di congedarmi da questo mondo,
Poi un giorno, sul lettino dell’ospedale, mi dissero che il mio cuore aveva iniziato a battere più lentamente per risparmiare energia e il mio ciclo era scomparso. In quel momento mi è sembrato quasi di aver vinto il premio “Anoressica dell’anno”.
Poi, la frase che mi fece cadere di faccia contro il pavimento.
‘Se continui così potresti rischiare di rimanere sterile’.
Oggi, tre anni dopo, ho ripreso la mia carriera accademica a pieni voti, ho una valigia piena di sogni, ho ripreso i miei affetti dove li avevo lasciati, la mia mamma è tornata a sorridere. E anche io. Ma, cosa più importante, ho imparato, dall’odiarmi tanto, finalmente ad amarmi perdutamente. Ora sono fiera di me, nonostante i chili, le smagliature, la cellulite, i brufoli… non me ne frega più niente, perché quanta luce emette una donna felice?
Io ora lo so.